Con tale denominazione si identifica una stretta fascia costiera della "Calabria Tirrenica", relativa alla "provincia di Cosenza", nell'"Alto Tirreno Cosentino". Il limite nord della Riviera Dei Cedri coincide con il confine Calabro Lucano, anche se, per le caratteristiche complessive, vi si potrebbe includere anche il territorio della cittadina di Maratea, in Basilicata. Come punto meridionale può esser preso a riferimento il comune di Paola, dove in passato i cedri hanno conosciuto un'iniziale impianto, successivamente abbandonato in ragione delle non proprio ottimali condizioni climatiche, a causa principalmente dei forti venti freddi che, in inverno, investono la zona sino a Fuscaldo e Guardia Piemontese. Oggi si intende, generalmente ma non esclusivamente, con tale denominazione il territorio compreso tra il Comune di Tortora a nord e quello di Belvedere Marittimo a sud, per una lunghezza nord-sud, di circa 40 chilometri. I comuni compresi in questa fascia sono appena 13, oltre i due citati ci sono in ordine nord-sud: Tortora; Aieta; Praia a Mare; San Nicola Arcella; Scalea; Santa Domenica Talao; Orsomarso; Verbicaro; Santa Maria del Cedro; Grisolia; Maierà; Diamante; Buonvicino.
Questo piccolo lembo d'Italia, nell'Alto Tirreno Cosentino, presenta delle peculiarità climatiche dovute alla sua conformazione orografica, si tratta di una striscia molto sottile di territorio, con una profondità che varia da un massimo di 6-7 chilometri a poche centinaia di metri, stretto tra il "mare Tirreno" e le montagne della catena costiera, meglio conosciuta come Appennino Paolano. Le cime di queste montagne non raggiungono i 2000 metri di altitudine, ma le pendici presentano una notevole pendenza tanto da poter essere paragonate a vere e proprie muraglie naturali, con sensibili effetti sul clima e sulla mobilità umana. Da esse il clima viene positivamente determinato in quanto fanno da barriera efficace ai venti freddi provenienti dalla penisola Balcanica, pertanto tutte quelle perturbazioni che d'inverno colpiscono il lato adriatico dell'Italia, e quello ionico della Calabria, nella Riviera dei Cedri sono praticamente sconosciuti, con notevole vantaggio di tutte quelle colture sensibili al freddo. Ulteriore protezione climatica le viene dal massiccio del Pollino a nord e dai monti della Campania meridionale a nord, nord-ovest, dai quali ultimi è divisa solo dal golfo di Policastro. La estrema vicinanza tra le montagne ed il mar tirreno fa il resto nel determinare un clima invernale molto mite, infatti il tepore che dall'acqua si diffonde verso la terraferma, non viene disperso ma trattenuto in loco proprio dalla estrema ripidezza delle pendici dei monti retrostanti, con temperature che si mantengono costantemente sopra i 5° C e che solo di rado raggiungono lo 0° C, senza quasi mai scenderne al disotto. Identico meccanismo, ma dal valore inverso, si verifica d'estate, quando l'azione termica delle acque marine tende ad abbassare le temperature massime, mantenedo le stesse massime sotto, generalmente, i 30° C, anche se l'elevato tasso di umidità spesso ne dia impressione di gran caldo. Un altro effetto legato a questa conformazione orografica è il regime delle precipitazioni piovose, particolarmente abbondanti d'inverno. I venti carichi di umidità provenienti da ovest, cioè dal mare tirreno, incontrando la repentina salita dei rilievi, si comprimono, per semplice azione meccanica, liberando sui monti gran parte della loro umidità, sotto forma appunto di precipitazione piovose e/o nevose. Questo assicura per tutto l'anno abbondandi riserve idriche ai corsi d'acqua, che pur dispondendo di limitati bacini di raccolta, mantengono un flusso costante per tutta l'estate, arrivando solo in casi sporadici a restare in 3D289Q93GBZ5secca.