Su di un sito dedicato ad una zona geografica ("La Riviera Dei Cedri") che dal cedro di calabria ("citrus medica") prende il nome, non si può prescindere dal parlare del cedro.
Sino a qualche decennio fa, anche il più frettoloso e distratto visitatore, fosse pure di passaggio, non avrebbe potuto evitare di notare, lungo il bordo della statale 18, una continua teoria di piante dalle chiome verde intenso e dalla caratteristica struttura ribassata. In inverno, lo stesso ipotetico viaggiatore, avrebbe invece notato, al posto occupato dalle piantagioni di cui sopra, una serie continua di strane capannelle costruite con pali di legno e coperte da uno strato di canne. Erano le numerose cedriere che si estendevano ovunque ("l'Alto Tirreno Cosentino") ci fosse spazio utile alla coltivazione del Cedro, nella varietà "liscia diamante"più pregiata, di grosso taglio e molto  profumata..

Oggi le cose stanno diversamente, molto diversamente. Le piantagioni di cedri (cedriere) sono diminuite,Nelle cedriere, pianta cedro verde con frutto.dalle aree prossime al mare, di circa il 99% rispetto a quelle presenti sino agli ultimi anni sessanta, per cui oggi è molto difficile individuarle, a meno di non inoltrarsi nelle campagne, magari accompagnandosi a qualche contadino del luogo. Pertanto, al giorno d'oggi, per i numerosi villeggianti della Riviera, il cedro resta un frutto quasi mitico, presentandosi rare occasioni di vederlo.Ciò è dovuto, oltre che alla diminuzione dell'area dedicategli, anche alle caratteristiche del frutto stesso. Bisogna dire innanzi tutto che il cedro non è un frutto commestibile al naturale, cioè esso non si consuma come un normale arancio o mandarino, raramente lo si trova sui banchi della frutta al mercato e ancora più raramente nei Il Cedro di Calabria,Frutto da Record per le sue Dimensioni, Pesa 3,5 Kg.supermercati. Il cedro serve da materia prima per altri "prodotti tipici calabresi", tutti ottenuti a seguito di lavorazioni più o meno complesse. Innanzi tutto vi è il liquore di cedro, per alcuni aspetti non dissimile dal più noto limoncello, poi è facile trovare bibite al cedro o granite e gelati; in alcune pasticcerie si possono gustare dolci al cedro di diversa fattura (crostate, cornetti, biscotti ripieni, torte, canditi,panicelli). Il cedro si raccoglie tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre, ancora acerbo perchè più ricco dei suoi pregiati olii essenziali, e lo si lavora in questa forma. Per il" liquore di cedro" e gli estratti lo si porta immediatamente alla trasformazione; per fare il "cedro candito" lo si avvia alla "salamoiatura", fase che dura circa un anno, dopo di che lo si lavora per la preparazione alla "canditura" che può avvenire immediatamente o dopo un'altra fase di conservazione in acqua salata.In ogni caso, dunque, si possono trovare solo prodotti a base di cedro, quasi mai il frutto allo stato naturale, anche perchè non avrebbe senso mettere in vendita Il Cedro di Calabria-La Salamoiatura del Cedro un frutto poco commestibile, la cui produzione, tra l'altro, in estate, quando cioè altissima è la presenza turistica, è ancora ai minimi. Quando il frutto è ben maturo può essere consumato fresco, a scaglie sottili in insalata, meglio ancora se accompagnato con le classiche verdure da insalata. In questo caso si fa apprezzare per la fragranza dei profumi che emanano dalla buccia.Con il cedro (utilizzato in tante ricette), si possono preparare salse per condire sia primi che secondi piatti, di carne come di pesce, ma questa cultura è più diffusa nei ristoranti del resto del paese che nella Riviera dei Cedri, pecca quest'ultima che contribuisce a rendere misterioso un frutto che meriterebbe ben altra attenzione.